Il mondo alla roversa o sia Le donne che comandano, Dresda, 1768 (Il mondo alla roverscia)

 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Camera.
 
 RINALDINO e FERRAMONTE
 
 RINALDINO
 Al lume di ragion conosco e vedo
 delle donne gl’inganni e l’error mio.
 Voi, Ferramonte, aveste
 forza e valor bastante
990coi vostri saggi detti
 di farmi vergognar de’ tristi affetti.
 Eccomi ritornato
 uomo qual fui, nelle primiere spoglie,
 pien d’eroici pensieri e caute voglie.
 FERRAMONTE
995Possibile che abbiate
 tanto tempo servito a queste e a quelle?
 Le femmine, sian brutte o siano belle,
 hanno sempre ad amar noi
 e amato che ci han si lascian poi.
 RINALDINO
1000I vezzi e le lusinghe
 troppo han di forza sovra il nostro cuore.
 FERRAMONTE
 Questo ceto di donne traditore
 avrà finito il gioco.
 Per invidia fra lor si son sdegnate
1005e si son da sé stesse rovinate.
 
 SCENA II
 
 TULLIA e detti
 
 TULLIA
 Ahimè! Chi mi soccorre?
 RINALDINO
                                                Ah Tullia mia!
 FERRAMONTE
 (Amico, state forte). (Piano a Rinaldino)
 TULLIA
 Vogliono la mia morte.
 RINALDINO
 E chi è che vi minaccia?
 FERRAMONTE
1010(Non la mirate in faccia). (Come sopra)
 TULLIA
 Le donne invidiose,
 superbe, orgogliose,
 per il desio d’occupare sole il regno,
 ardono fra di lor d’ira e di sdegno.
 RINALDINO
1015Ah voi pietà mi fate.
 FERRAMONTE
 (Rinaldin, non cascate).
 TULLIA
 A voi mi raccomando;
 deh voi mi difendete.
 FERRAMONTE
 (Forti, non le credete).
 TULLIA
1020Deh non mi abbandonate.
 FERRAMONTE
 (Forti, non le badate).
 RINALDINO
 La devo abbandonare?
 FERRAMONTE
 (Un’altra volta vi vorrà ingannare).
 RINALDINO
 Tullia, che pretendete?
 TULLIA
1025Esser a voi soggetta,
 rinunciar del commando
 ogni ragione a voi.
 RINALDINO
                                     Che far degg’io? (A Ferramonte)
 FERRAMONTE
 (Prendetela in parola). (A Rinaldino)
 RINALDINO
 Idolo mio, venite; a questa legge
1030novamente v’accetto.
 TULLIA
 Amor e fedeltà io vi prometto.
 
    Fino ch’io viva v’adorerò,
 costante e fida per voi sarò.
 Ed un bel regno di me più degno
1035nel vostro core trovar saprò.
 
    Più non m’accieca
 vano desio,
 arder vogl’io
 di quella face
1040che m’infiammò. (Parte)
 
 SCENA III
 
 RINALDINO e FERRAMONTE
 
 FERRAMONTE
 Io rido come un pazzo
 a veder queste femmine umiliate
 venir con un pochino di vergogna,
 come le cagnoline di Bologna.
 RINALDINO
1045Amo Tullia e se posso
 sperar d’averla in preda,
 senza far onta al mio viril decoro,
 acquistato il mio core avrà un tesoro.
 FERRAMONTE
 Sì, ma badate bene
1050che poi a poco a poco
 non vi faccia la donna un brutto gioco.
 
    Le donne col cervello
 la sogliono studiar.
 Principiano bel bello
1055coi vezzi ad incantar.
 
    E quando l’uomo è preso
 e quando l’hanno acceso
 si gonfiano, s’inalzano
 e voglion commandar. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 RINALDINO solo
 
 RINALDINO
1060Il periglio passato
 cauto mi ha reso e colla donna accorta
 cieco più non sarò. Tullia peraltro
 non è delle più scaltre,
 che se tal fosse stata
1065questa spada serbata io non avrei,
 per troncare con questa i lacci miei.
 Onde amarla poss’io senza timore
 che ingannare mi voglia il di lei cuore.
 
    Chi troppo ad amor crede
1070si vede ad ingannar;
 ma il sempre dubitar
 tormento è assai maggior. (Parte)
 
 SCENA V
 
 AURORA e GRAZIOSINO
 
 GRAZIOSINO
 Non ne vuo’ più sapere.
 AURORA
                                              Io son perduta,
 se voi mi abbandonate.
 GRAZIOSINO
1075Siete tutte quante indiavolate.
 AURORA
 Il regno delle donne
 distruggendo si va.
 GRAZIOSINO
 Causa la vostra troppa vanità.
 AURORA
 Ma voi mi lascierete
1080al furore degli uomini in balia?
 GRAZIOSINO
 Io sono schiavo di vossignoria.
 AURORA
 Graziosino, pietà.
 GRAZIOSINO
                                   (Mi sento movere).
 AURORA
 Abbiate compassione.
 GRAZIOSINO
 (Mi si scalda il polmone).
 AURORA
1085Se volete ch’io mora, morirò.
 GRAZIOSINO
 Ah! Se voi morirete, io creperò.
 AURORA
 Dunque...
 GRAZIOSINO
                      Dunque son vostro.
 AURORA
 Mi salverete voi?
 GRAZIOSINO
                                  Vi salverò.
 AURORA
 E mi amerete poi?
 GRAZIOSINO
                                     Sì, io v’amerò.
 AURORA
 
1090   Che bel regnar contenta
 nel cuor del caro bene
 e senza amare pene
 godere e giubbilar.
 
    Noi donne siamo nate
1095per esser onorate
 ma non per ingannar. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 GRAZIOSINO, poi CINTIA
 
 GRAZIOSINO
 Colui di Ferramonte
 m’ha consigliato ad esser crudele
 ma, se una donna poi gli andasse appresso,
1100come un poltrone ci cascherebbe anch’esso.
 CINTIA
 Lupi, tigri, leoni,
 gattipardi, pantere, orsi e mastini
 mi sento a divorar negl’intestini.
 GRAZIOSINO
 Ecco qui un altro imbroglio.
 CINTIA
1105Fermate; è mio quel soglio,
 io vi voglio salir. Ma Giove irato
 mi fulmina e precipita
 e la terra mi affoga e il mar mi accoppa.
 Ahimè, mi danno un maglio sulla coppa.
 GRAZIOSINO
1110Questa è pazza davvero.
 CINTIA
 Buongiorno, cavaliero.
 GRAZIOSINO
 Schiavo, padrona mia.
 CINTIA
 Andate col malan ch’il ciel vi dia.
 GRAZIOSINO
 (Ha perduto il cervello).
 CINTIA
1115Perfido, tu sei quello
 che vuol rapirmi il trono?
 Vattene o ti bastono.
 GRAZIOSINO
                                        Io non so nulla.
 CINTIA
 
    Il capo mi frulla,
 la testa sen va.
1120La la laranlalla
 la lan laranlà.
 
 GRAZIOSINO
 Quando in capo alle donne
 entran le frenesie,
 si vedono da lor mille pazzie.
 CINTIA
1125Olà, tu sei mio schiavo.
 GRAZIOSINO
                                             Sì signora.
 CINTIA
 Accostati.
 GRAZIOSINO
                     Son qui.
 CINTIA
                                       Vanne in malora.
 GRAZIOSINO
 La femmina tradir non può l’usanza
 e anche pazza mantien la sua incostanza.
 CINTIA
 Olà suddito altero
1130del mio sovrano impero,
 mi conosci, briccon, sai tu chi sono?
 Inginochiati al trono;
 giurami fedeltà con obbedienza;
 abbassa il capo; e fammi riverenza.
 GRAZIOSINO
1135Eh via che siete pazza...
 CINTIA
                                              Ah temerario,
 così parli con me?
 Giurami fedeltade a tuo dispetto
 o ch’io ti caccio questo stile in petto.
 GRAZIOSINO
 Piano, piano, son qui, tutto farò.
 CINTIA
1140Giurami fedeltà.
 GRAZIOSINO
                                  La giurerò.
 
    Giuro... signora sì.
 Ma cosa ho da giurar?
 Giuro... (che via di qui
 procurerò d’andar).
 
1145   Fermate, giuro, giuro
 servirvi, obbedirvi,
 piacervi, vedervi,
 amarvi, onorarvi
 e irvi, irvi, arvi
1150con tutta fedeltà. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 CINTIA, poi GIACINTO
 
 CINTIA
 Ah ch’è un piacer soave
 della donna tener gl’uomini sotto.
 Ma ohimè veggo distrutta
 questa nostra grand’opra
1155e gl’uomini von star a noi di sopra.
 GIACINTO
 Viva il sesso virile;
 la schiatta femminile
 con tutti i grilli suoi
 finalmente ha da star sogetta a noi.
 CINTIA
1160Giacinto.
 GIACINTO
                    Che bramate?
 CINTIA
 Voglio che voi mi amate.
 GIACINTO
                                                Questo «voglio»
 a voi, signora, non sta bene in bocca,
 perché alle donne commandar non tocca.
 CINTIA
 Ma voi siete mio schiavo.
 GIACINTO
                                                 Schiavo io fui,
1165è ver, della bellezza
 ma veggo alfin che la bellezza nostra
 è assai migliore e val più della vostra.
 CINTIA
 Dunque voi mi lasciate?
 GIACINTO
 Se l’amor mio bramate,
1170pregatemi, umiliatevi,
 abbassate l’orgoglio e inginocchiatevi.
 CINTIA
 E così vil sarò?
 GIACINTO
                              Più non sperate
 amor da me né ch’altri amar vi voglia,
 se negate di usar questa obbedienza.
 CINTIA
1175(Farlo mi converrà, per non star senza).
 
    Eccomi al vostro piede
 pietade a domandar.
 
 GIACINTO
 
    Impari chi la vede
 le donne ad umiliar.
 
 CINTIA
 
1180   Ma troppo vil son io.
 
 GIACINTO
 
 Se non volete, addio.
 
 CINTIA
 
 Fermate.
 
 GIACINTO
 
                    Voglio andar.
 
 CINTIA
 
    Via, caro Giacintino, (S’inginocchia)
 tornatemi ad amar.
 
 GIACINTO
 
1185   Il sesso femminino
 si venga ad ispecchiar.
 
 CINTIA
 
    Ma questo mai non fia.
 
 GIACINTO
 
 Buondì a vossignoria. (Vuol partire)
 
 CINTIA
 
 Fermatevi.
 
 GIACINTO
 
                        Pregatemi.
 
 CINTIA
 
1190Ohimè che crudeltà!
 
 GIACINTO
 
 Rispetto ed umiltà.
 
 CINTIA
 
    Caro il mio bambolo
 per carità.
 
 GIACINTO
 
    Mi sento movere
1195tutto a pietà.
 
 A DUE
 
    Visetto amabile,
 siete adorabile;
 il mio cuor tenero
 vi adorerà. (Partono)
 
 SCENA ULTIMA
 
 Luogo dilizioso e magnifico, destinato per piacevole trattenimento delle donne.
 
 CORO DI DONNE
 
1200   Pietà, pietà di noi,
 voi siete tanti eroi,
 pietà, di noi pietà.
 
 RINALDINO
 Se cedete l’impero,
 se a noi voi vi arrendete,
1205pietà nel nostro cor ritroverete.
 TULLIA
 Tutto io cedo e m’arrendo
 e la pietà dal vostro core attendo.
 CORO (Come sopra)
 
    Pietà, pietà di noi,
 voi siete tanti eroi,
1210pietà, di noi pietà.
 
 AURORA
 Graziosino, son vostra.
 GRAZIOSINO
 Ed io vi accetterò.
 Vi terrò, v’amerò, vi sposerò.
 CINTIA
 E voi Giacinto mio,
1215cosa di me farete?
 GIACINTO
 Quel che di voi farò lo sentirete.
 FERRAMONTE
 Lode al ciel, finalmente s’è veduto
 che Il mondo alla roversa
 durare non potea
1220e che da sé medesime
 in rovina si mandano
 le donne superbette che commandano.
 CORO DI DONNE
 
    Pietà, pietà di noi;
 voi siete tanti eroi,
1225pietà, di noi pietà.
 
 CORO DI UOMINI
 
    Pietà voi troverete,
 allorché abbasserete
 la vostra vanità.
 
 TUTTI
 
    Le donne che commandano
1230è Il mondo alla roverscia
 che mai non durerà.
 
 Fine del dramma